Corso di Recupero per Astemi #142

Il vino 100 domande e 100 risposte #92

Come viene valutato l'aspetto del vino?

Dell'odore del vino interessano innanzi tutto l'aspetto qualitativo, l'intensità e la persistenza.
Per quanto concerne la qualità, essa può essere vaIutata come: molto fine, fine, abbastanza fine, comune, grossolana.
Per quanto riguarda l'intensità, l'odore può essere: intenso, abbastanza intenso, leggero, sottile, tenue.
Anche la persistenza olfattiva è definibile in 5 gradazioni: molto persistente, persistente, abbastanza persistente, poco persistente, sfuggente.
Vengono valutati altri aspetti, che non sono necessariamente presenti, secondo cui l'odore del vino può essere: franco, fruttato, aromatico, vinoso, ampio, etereo, fragrante.
Nel vino possono essere percepiti vari odori: di fiori, di frutta fresca, di frutta secca, erbaceo, di fieno, di sottobosco, speziato, di animali, di catrame, di lieVito, ecc. Nei vini bianchi prevalgono i sentori di fiori bianchi e di frutti gialli o verdi (specialmente mele e banane), mentre nei vini rossi prevalgono i sentori di fiori e frutti aventi colori più scuri (rosa, viola, fragola, lampone, ecc.). Alcuni profumi e aromi sono tipici in certi vini, per esempio il lampone nel Freisa, la rosa nel Brachetto, la viola mammola nel Chianti, fior di vite, d'arancia e di pesca nel Moscato d'Asti.
Nei vini più giovani prevalgono di norma gli odori di fiori e frutti (in particolare il sentore dell'uva è presente nel vino appena ottenuto ed è detto fruttato), mentre con l'invecchiamento il vino acquisisce odori più pesanti, spesso imparentati con quelli animali (tipo cuoio), oppure odori di processi di decomposizione (come di foglie marce, di sottobosco), oltre all'odore conferito dalla botte di legno (per esempio: vaniglia).
L'esame olfattivo viene prima effettuato direttamente, mediante più olfazioni: le prime consentono di percepire odori più intensi; annusando poi con forte aspirazione e agitando il vino nel bicchiere, vengono invece percepiti odori che sono più tenui, perché più lenti a fuoruscire dal vino.
Quando il vino è in bocca, viene nuovamente colto l'aspetto olfattivo e sono percepiti specialmente gli aromi presenti in minima quantità, poiché in questa situazione vanno più sostanze alla mucosa olfattiva; è questa l'olfazione indiretta o retronasale.

Corso di Recupero per Astemi #141

Il vino 100 domande e 100 risposte #91

Come viene valutata l'effervescenza?

L'effervescenza è data dal gas anidride carbonica che si forma durante la fermentazione dello zucchero in alcol. Mentre nei vini tranquilli non c'è sviluppo di gas, nei vini frizzanti e ancor più in quelli spumanti lo sviluppo delle bollicine gassose è la caratteristica più evidente.
Interessante è la valutazione della dimensione (o grana) delle bollicine che possono essere: molto fini, fini, medie, abbastanza grosse, grosse; più elevata è la qualità dello spumante più fini sono le bollicine.
Anche il numero delle bollicine viene osservato ai fini della valutazione qualitativa; sotto questo punto di vista possono essere: molto numerose, numerose, abbastanza numerose, scarse, molto scarse.
Infine la persistenza della corona (o perlage) di bollicine è pure un fattore nobilitante lo spumante; essa viene catalogata secondo le seguenti definizioni: molto persistente, persistente, abbastanza persistente, poco persistente, evanescente. Il fuoruscire delle bollicine dal bicchiere comporta il trascinamento di profumi, per cui più persistente è il perlage più lunga e intensa sarà la sensazione olfattiva.

Corso di Recupero per Astemi #140

Il vino 100 domande e 100 risposte #90

Quali colori si ritrovano nel vino?

I colori che si possono riscontrare nel vino bianco sono: bianco carta o platino, bianco con riflessi verdognoli o giallognoli, giallo con riflessi verdognoli, giallo paglierino, giallo dorato, giallo ambra, ambratobruno.
Questi colori possono essere tipici di un certo vino, ma nell'ambito di ogni vino si ha il passaggio da una tonalità a quella successiva in seguito all'invecchiamento del vino. Più chiara è la tonalità del colore più leggeri sono i profumi emanati dal vino; alla tonalità tenue corrisponde anche minor corpo, viceversa a maggior intensità di colore corrisponde un'emanazione di profumi più pesanti e una maggiore struttura, anche per quanto riguarda il corpo.
Nel vino rosato si ritrovano le seguenti tonalità di colore: rosa pallido, rosa o rosato, rosa antico, cerasuolo, chiaretto; detti colori sono in progressione, nel senso che il rosa pallido è il più tenue, mentre il chiaretto è il più carico di colore e tende ad avvicinarsi maggiormente al vino rosso.
Nel vino rosso si ritrovano le seguenti tonalità di colore: rosso-violetto o rosso porpora, rosso rubino con riflessi violacei, rosso rubino, rosso granato, rosso granato con riflessi aranciati, ambrato. Ogni vino ha una sua tipicità di colore, ma nell'ambito di ognuno si nota il passaggio da una tonalità alla successiva con l'invecchiamento; quindi i vini rosso-violacei sono quelli giovani, che a poco a poco cambiano colore assumendo toni verso il granato e l'ambrato.

Corso di Recupero per Astemi #139

Il vino 100 domande e 100 risposte #89

Come si effettua l'esame visivo del vino?

Innanzi tutto occorre valutare la tonalità e l'intensità colorante, poi la limpidezza, quindi l'eventuale effervescenza. A questo scopo il bicchiere va tenuto per il gambo con indice e pollice (o indice, medio e pollice se il gambo è molto lungo) oppure si regge tenendo il piede con il pollice superiormente. Il colore è meglio valutato inclinando il bicchiere in modo da osservare uno strato sottile di vino, oppure si versano nel bicchiere solo poche gocce! La limpidezza va osservata in controluce, abbassando il bicchiere e rialzandolo fino all'altezza degli occhi, per valutare il vino sotto tutte le incidenze luminose.
Agitando il bicchiere, il vino determina sul vetro la formazione di archetti più o meno stretti o ampi, che scendono lentamente. Quando gli archetti sono stretti si può presumere, in linea di massima, che il vino presenti un elevato grado alcolico.
Si valuta anche la fluidità del vino, la quale può essere disturbata, nel senso che risulta meno scorrevole in seguito a un attacco batterico, il quale rende il vino filante (come l'olio, per fare un esempio) quando viene versato.




Corso di Recupero per Astemi #138

Il vino 100 domande e 100 risposte #88

Perché le fonti artificiale di luce non sono tutte adatte alla degustazione?

Un raggio di luce solare è costituito da 7 colori (i 7 colori dell'iride), come si può constatare osservando l'arcobaleno o tramite un prisma di vetro. Il colore rosso (o giallo) del vino è dato dal fatto che le sostanze coloranti in esso presenti riflettono fino ai nostri occhi quella parte della luce che conferisce il colore rosso (o giallo).
Alcune fonti luminose (per esempio la luce al neon) emettono raggi non uguali a quelli solari, in quanto non sono costituiti da tutti e 7 i colori dell'iride; perciò queste fonti di luce, e in particolare quella al neon, falsano i colori.

Corso di Recupero per Astemi #137

Il vino 100 domande e 100 risposte #87

Che cosa vuol dire valore-soglia?

Il valore-soglia (o liminare) è la quantità di un certo colore, di un certo odore o di un certo sapore, che risulta percepibile dal nostro organismo, vale a dire che ogni segnale è recepito solo se colpisce i recettori dell'organo di senso con una certa intensità.
Più esattamente la soglia di sensazione è quella sufficiente per poter avvertire un certo segnale (per esempio: un odore), mentre la soglia di percezione consente di distinguere un ben determinato segnale (per esempio: odore di rosa).
Ogni individuo ha propri valori-soglia per i più svariati segnali che gli giungono dall'esterno, ma questi valori sono abbassabili con l'allenamento, cioè l'abitudine d sentire un certo odore lo fa riconoscere più rapidamente e anche a dosi più basse di quelle necessarie alle persone prive di allenamento.

Corso di Recupero per Astemi #136

Il vino 100 domande e 100 risposte #86

Come agisce il sistema nervoso nella degustazione?

Ogni segnale proveniente dall'esterno viene recepito dall'uomo mediante gli organi di senso, che hanno appunto lo scopo di far pervenire al cervello i segnali (stimoli) esterni.
I segnali (per esempio: colore, odore, sapore) sono recepiti tramite cellule nervose particolari, dette recettori, che percepiscono lo stimolo e lo inviano al cervello. Qui avviene la traduzione del segnale in una sensazione comprensibile da parte dell'organo che aveva recepito il segnale.
Il trasporto del segnale dall'organo di senso (occhio, naso, bocca) al cervello e viceversa avviene tramite fibre nervose.
L'organo recettore per la vista è l'occhio tramite la retina.
L'organo recettore per l'olfatto è il naso tramite la mucosa olfattiva.
L'organo recettore per il sapore è l'apparato boccale tramite le papille gustative.

Corso di Recupero per Astemi #135

Il vino 100 domande e 100 risposte #85

Quali sono i fattori che determinano i caratteri organolettici del vino?

Ogni vitigno produce un'uva con proprie caratteristiche. Vi sono uve aromatiche come il Moscato, altre dette a sapore neutro o semplice come l'Erbaluce e, conseguentemente, si otterranno rispettivamente un vino aromatico e un vino a gusto neutro. Il vitigno Barbera produce uve (e vino) più acide, mentre il Dolcetto produce uva (e vino) meno acida. Altri esempi possono essere fatti per la quantità di zucchero, di sostanze coloranti, ecc.
Il terreno è un altro fattore essenziale per determinare le caratteristiche di un vino; per esempio, con lo stesso vitigno Nebbiolo si ottengono vini con certe differenze in terreni diversi: Barolo, Gattinara, Sizzano, Valtellina, ecc. I terreni sabbiosi danno vini più fini, quelli argillosi più colorati, i terreni calcarei fanno sì che si ottengano vini poco acidi, mentre quelli acidi originano vini delicati.
Il clima esercita una notevole influenza sulla Com_ posizione dell'uva e specialmente su determinati cornposti; se il decorso climatico è stato caldo e asciutto l'uva sarà molto zuccherina, mentre sarà assai acida se vi sono state molte piogge.
La tecnica di vinificazione è essenziale per ottenere vini differenti, pur partendo da una stessa uva proveniente da una sola zona. Per esempio, con breve ma. cerazione si ottengono vini più aromatici e meno corposi. Facendo avvenire la fermentazione a bassa temperatura (10+ 12 0C) si ottengono vini con profumi più leggeri e delicati.
I lieviti apportano un notevole contributo organolettico, in quanto i vari generi e le diverse specie producono in particolare determinati composti: per esempio il Saccharomyces cerevisiae produce molti esteri dall'odore piacevole, mentre lo Schyzo saccharomyces produce molte sostanze che conferiscono al vino un odore sgradevole.
Il sistema di conservazione incide in modo netto sul tipo di vino che si vuole ottenere; trattandosi di un vino tipo Barolo, occorre una protratta conservazione in botte per consentire la formazione del tipico bouquet, mentre un vino bianco in genere deve essere immesso al consumo entro breve tempo e conservato nel frattempo in contenitori che escludano la presenza di aria.

Corso di Recupero per Astemi #134

Il vino 100 domande e 100 risposte #84

Che cos'è l'analisi organolettica del vino?

È un'analisi effettuata mediante gli organi di senso, volta a valutare fondamentalmente il colore, l'odore, il sapore, la tipicità, la limpidezza, l'effervescenza e lo stato di conservazione del vino.
Quest'analisi (oltre a quella di laboratorio) è prevista dalla legge per tutti i vini di qualità, controllati da un'apposita Commissione di Assaggio che funziona presso ogni singola Camera di Commercio. I vini D.O.C. devono essere controllati almeno una volta ogni 3 anni, mentre i vini D.O.C.G. tutti gli anni, prima dell'immissione al consumo. Tuttavia si ricorre all'analisi organolettica ogniqualvolta s'intenda fare una graduatoria fra i vini, per classificarli secondo i loro meriti oppure quando si vuole stabilire a quale categoria appartenga un dato vino.

Corso di Recupero per Astemi #133

Il vino 100 domande e 100 risposte #83

Quando conviene iniziare e bere il vino?

È consigliabile accostarsi al consumo del vino a poco a poco fin dall'infanzia. Gli studiosi sostengono in genere che si possa iniziare ad aggiungere all'acqua una minima parte di vino a partire dall'età di 7-8 anni, con lo scopo di preparare psicologicamente il bambino. Ci sembra un'ottima soluzione, tanto più che così facendo l'organismo si abitua, cioè si allena gradualmente alla digestione della nuova bevanda.
All'età di 12-16 anni si può aumentare la dose di vino fino a due dita per bicchiere d'acqua; poi fino ai 18 anni si può arrivare alla miscela di acqua e vino al 50%; dopo i 18 anni è consentito un bicchiere o un bicchiere e mezzo al pasto.
Dai 20-21 anni in avanti vale la dose giornaliera di 1g di alcol per kg di peso corporeo.

Corso di Recupero per Astemi #132

Il vino 100 domande e 100 risposte #82

Che cosa sono i vini di regime?

"Sono quei vini che, per la loro costituzione fisicochimica e le loro caratteristiche, servono a integrare le diete, adattate alle varie condizioni patologiche e fisiologiche". Così si sono espressi due eminenti studiosi, C. Garino-Canina e L. De Benedetti, rispettivamente agronomo e medico. Mentre l'illustre P. G. Garoglio si esprime nei seguenti termini: "Il vino di regime è un vino destinato per i suoi caratteri energetici o eccitanti a integrare gli elementi biochimicamente attivi". I vini di regime vengono suddivisi in 7 gruppi a seconda delle loro caratteristiche: 
tipo A: bianco secco
"      B: rosato e chiaretto
"      C: rosso comune da pasto (da tavola)
"      D: rosso superiore invecchiato, da arrosto
"      E: frizzante e semifermentato
"      F: spumante
"      G: vino generoso, cioè ricco di alcol. 
Per esempio, il vino tipo:
A è indicato per le malattie del ricambio
B "      "    le coliti con stitichezza 
C "      "    le coliti con diarrea
D "      "    le gastriti con ipocloridria
E  "     "    le nevrosi depressive 
F  "     "    le malattie febbrili acute 
G "     "     la convalescenza.

Corso di Recupero per Astemi #131

Il vino 100 domande e 100 risposte #81

Il vino è tollerato dai diabetici?

Il vino secco, cioè privo di zucchero, è perfettamente tollerato dai diabetici. Anzi in questi individui l'alcol del vino è assai utile, sia come fornitore di calorie (che il diabetico non riesce a ricavare dallo zucchero) sia perché il fabbisogno calorico viene soddisfatto senza bisogno di ricorrere all'insulina. Si può aggiungere che il vino (grazie all'alcol che contiene) esplica un'azione ipoglicemizzante (cioè abbassa il contenuto di zucchero nel sangue).
In Germania è posto in vendita nelle farmacie "vino per diabetici"... si tratta di Barbera d'Asti e Cortese di Gavi; almeno questi sono i vini acquistati dalla casa di distribuzione di farmaceutici che ha lanciato l'ottima idea.

Corso di Recupero per Astemi #130

Il vino 100 domande e 100 risposte #80

Il vino brulè ha efficacia terapeutica?

Da qualche anno il vino addizionato di cannella chiodi di garofano, coriandolo, pepe, zucchero, e poi riscaldato fino a ebollizione, ha trovato nuovi proseliti proprio nella classe medica.
In effetti il vino brulé è indicato in casi di raffreddore e di virosi respiratorie. L'azione antivirale è dovuta ai tannini che bloccano le proteine del virus. D'altra parte è nota l'azione antibatterica e antivirale, come è stato ampiamente dimostrato a danno del vibrione del colera e sui germi del tifo, della dissenteria, ecc. Vale la pena di ricordare che uno dei più illustri studiosi odierni del vino in relazione alla salute umana, J. Masquelier, asserisce che, grazie ai polifenoli, il vino deve essere considerato come "un agente profilattico eccezionale nel campo dell'igiene alimentare".
Tornando al vino brulé, l'azione benefica che esso fornisce è anche da collegare alla vasodilatazione provocata sia dai polifenoli sia dall'alcol.

Corso di Recupero per Astemi #129

Il vino 100 domande e 100 risposte #79

Il vino è dannoso alle arterie?

Ben lungi dal danneggiarle, il vino le tiene in perfetta forma... a meno che non si esageri! Infatti i polifenoli stabilizzano il collagene (che è un elemento del tessuto connettivo, principale costituente delle arterie), il che consente di migliorare il tono e l'elasticità delle arterie. I polifenoli facilitano pure l'azione della vitamina C, la quale svolge anche l'opera di allontanare il colesterolo dai vasi sanguigni; bloccano un enzima che produrrebbe troppa istamina, che permeabilizza eccessivamente le arterie consentendovi il deposito di colesterolo; infine rallentano direttamente la formazione di colesterolo.
Anche l'alcol concorre a mantenere pulite le arterie, tanto che in America è stato definito "spazzino delle arterie"; infatti l'alcol facilita la formazione di sostanze (HDL lipoproteine) che effettuano il trasporto del colesterolo dalle arterie al fegato (ove il colesterolo è reso innocuo).

Corso di Recupero per Astemi #128

Il vino 100 domande e 100 risposte #78

E' vero che il vino facilita la digestione?

Senza dubbio il vino facilita la digestione, sia per la presenza dell'alcol sia per gli acidi che contiene.
L'alcol aumenta la secrezione salivare di ptialina, che prepara il cibo all'attacco dei succhi gastrici; inoltre l'alcol aumenta la secrezione dei succhi gastrici (tanto di acido cloridrico quanto di gastrina e pepsina).
Gli acidi aumentano l'acidità del bolo alimentare di modo che gli enzimi si trovano nelle condizioni ideali per demolire il cibo; inoltre l'acidità stimola le contrazioni dell'apparato digerente e sollecita l'apertura del piloro; si nota anche un aumento della secrezione di bile (per cui viene facilitata la digestione dei grassi) e della secrezione pancreatica (che facilita la digestione degli zuccheri).

Corso di Recupero per Astemi #127

Il vino 100 domande e 100 risposte #77

Cambiare tipo di vino durante il pasto provoca disturbi?

A volte questo viene asserito e qualche bevitore lo testimonia. Tuttavia il fatto di bere due o più tipi di vino differenti durante un pasto non è di per sé dannoso, purché non si superi la dose tollerabile dal singolo individuo.
Come si spiegano allora le constatazioni? Può succedere che, cambiando tipo di vino, s'incappi in un vino contenente elevate dosi di anidride solforosa: questo gas in quantità elevate procura mal di testa (la sensazione di avere un cerchio alla testa) e di stomaco.

Corso di Recupero per Astemi #126

Il vino 100 domande e 100 risposte #76

Quanto vino si può bere al giorno?

Affinché il vino eserciti un'azione benefica sull'organismo umano deve essere assunto in dosi moderate. Non c'è unanimità di vedute circa la quantità di vino che si può ingerire giornalmente, tuttavia la maggior parte degli studiosi ritiene valida la dose di 1 g di alcol per kg di peso corporeo; ciò significa quasi un litro al giorno se il vino ha 10° alcolici o 3/4 di litro se si tratta di vino con 13° alcolici, per un uomo del peso di 70 kg. Alcuni autori sono più prudenti e consigliano il 70% delle dosi qui citate; specialmente per donne, anziani e ragazzi.
Si tratta in ogni caso di dati medi, poiché c'è differenza da individuo a individuo per vari motivi: — predisposizione genetica, perché alcune persone producono maggiori quantità di enzimi preposti alla distruzione dell'alcol; per esempio, gli italiani, i russi e gli israeliani sono ritenuti maggiormente predisposti a tollerare l'alcol rispetto agli indiani, agli statunitensi e agli svedesi;
— l'individuo più allenato a bere risulta più resistente all'alcol;
— bevendo lentamente, l'alcol è meglio tollerato; — bevendo a stomaco pieno, l'organismo umano sopporta meglio gli effetti dell'alcol;
— l'organismo sano tollera maggiormente l'alcol.

Corso di Recupero per Astemi #125

Il vino 100 domande e 100 risposte #75

Quali sono le caratteristiche che deve avere il vino genuino?

Frequentemente si equivoca su questo termine, precisiamo quindi che genuino è il vino che proviene sicuramente e solo dall'uva senza aggiunta di sostanze estranee (mele, fichi, ecc.). Quindi il termine in oggetto non è legato alla qualità del vino, ragion per cui un vino genuino può essere torbido, poco profumato o addirittura con difetti di odore e sapore, mentre un vino artefatto può risultare più gradevole alla vista, all'olfatto al gusto.
Secondo l'Istituto Superiore di Sanità i componenti del vino ritenuti più significativi al fine della valutazione della genuinità sono: 
— prolina: minimo 100 mg/l;
— fenoli totali: minimo 200 mg/l;
— potassio: minimo 300 mg/l;
— magnesio: minimo 80 mg/l; — azoto totale: minimo 100 mg/l; — nitrati: massimo 5 mg/l.
La legge prevede inoltre altri limiti che devono essere rispettati:
— zinco: massimo 5 mg/l;
— rame: massimo 1 mg/l;
— piombo: massimo 0,3 mg/l;
— bromo inorganico: massimo 1 mg/l;
— H3B03.• massimo 60 mg/l;
— sorbite: massimo 70 mg/l;
— estratto secco: non meno di 14 g/I per i vini bianchi (con qualche eccezione); non meno di 15 g/I per i rosati; non meno di 18 g/I per i vini rossi;
— ceneri: non meno di 1 g/I per i vini bianchi; non meno di 1,2 g/I per i rosati; non meno di 1,4 g/I per i rossi.

Corso di Recupero per Astemi #124

Il vino 100 domande e 100 risposte #74

Che cos'è il contrassegno I. V. A. o tappo fiscale?

E' uno speciale contrassegno da apporre su tutti i recipienti di capacità non superiore a 60 L, all'atto del riempimento. Detto contrassegno va impresso sul tappo (o altra chiusura) oppure è rappresentato da una fascetta di carta incollata sul tappo (o altra chiusura).
Sul contrassegno impresso sul tappo vanno indicati:
la dizione I. V.A o contro I. V.A.; categoria del prodotto: A (se < 21° alcol), B (se > 21° alcol), C (spumante metodo Champenois); — denominazione o marchio della ditta che ha fabbricato gli oggetti di chiusura;
— denominazione e sede o numero di codice della ditta imbottigliatrice.
Sul contrassegno (o sulla fascetta) occorre indicare: la dizione contrassegno I.V.A.;
— il numero progressivo, con eventuale prefisso alfabetico;
— classe di contrassegno: 1 fino a 0,5 1; 2 da 0,51 1 a 1 1; 3 da 1,001 1 a 2 1, ecc.; fino a 6, per i contenitori tra 20 e 60 1;
— elementi identificativi della tipografia autorizzata, completi degli estremi della relativa autorizzazione ministeriale;
— il riferimento al D.M. 4/5/1981 e successive modifiche.


Corso di Recupero per Astemi #123

Il vino 100 domande e 100 risposte #73

Quali diciture possono essere facoltativamente apposte sull'etichetta?

Numerose sono le menzioni che si possono apporre sull'etichetta principale o secondaria o direttamente sulla bottiglia. Le più importanti per il vino da tavola sono le seguenti:
— precisazione del colore del vino (rosso, rosato o bianco);
— marchio, che può anche consistere in un nome di fantasia;
— viticoltore, fattoria, azienda agricola, vigneti, ecc. riferiti all'imbottigliatore;
— nome o ragione sociale, comune o frazione delle varie persone fisiche che hanno partecipato al circuito commerciale;
— distinzione attribuita da un organismo ufficiale; — nome dello Stato in cui l'uva è stata raccolta e vinificata;
— raccomandazione rivolta al consumatore circa i piatti da abbinare al vino, il modo di servirlo, il modo di conservarlo, l'ammissione per fini religiosi;
— precisazione riguardante eventuali colori particolari (per esempio: ambrato) e tipi di vino particolare (per esempio: abboccato, dolce, ecc.).
Per il vino da tavola con indicazione geografica so- no ammesse anche altre menzioni: — una o due varietà di vite;
— annata della vendemmia;
— nome o ragione sociale e comune dell'azienda ove l'uva è raccolta e vinificata;
— informazioni relative alla storia del vino;
car
car
— indicazione relativa a un uso dietetico.
Per quanto riguarda il vino di qualità sono ammesse anche altre indicazioni:
— menzioni tradizionali complementari (per esempio: riserva, superiore, classico, ecc.);
— nome di un'unità geografica più piccola della regione determinata;
— numero di controllo di qualità attribuito al vino da un organismo ufficiale;
— numero del recipiente o della partita;
— precisazione circa l'elaborazione del vino;
— imbottigliamento nella zona di produzione, ecc.